CARLO CASARINI 6° DAN


Kumite

Il termine giapponese kumite viene tradotto con la parola combattimento. Il combattimento rappresenta il momento dello scontro tra due avversari ognuno dei quali può portare attacchi isoiati o in successione o in combinazione, avendo come scopo di superarsi a vicenda senza, tuttavia, colpirsi con la deliberata volontà di procurare un danno fisico. Ciò significa controllo del colpo ed è questo l'aspetto più interessante, ma più compiesso dell'allenamento del combattimento libero poiché il concetto di controllo del colpo non ha semplicemente un significato fisico ma rappresenta un esercizio di controllo mentale vale a dire un esercizio di alta intensità e concentrazione psichica. L'avversario dovrà esser affrontato con serenità di spirito e con la piena convinzione di dovere rispettare la capacità tecnica, la dignità personale e l'integrita fisica. Il praticante, in altri termini, non deve mai affrontare l'avversario con l'intenzione di prevalere sul piano fisico esercitando una forza che sarebbe fatta solo di brutalità bensì deve cercare di affrontare un primato tecnico e psicologico dimostrando di aver messo a frutto in modo migliore i risultati dell'allenamento. E' particolarmente importante riuscire a mantenere un alto grado di concentrazione mentale in modo da essere preparato a respingere qualsiasi attacco in qualunque modo ed in qualunque momento venga portato avendo, nello stesso tempo, la prontezza necessaria per far seguire immediatamente una tecnica di contrattacco. Altrettanto importante è riuscire a disturbare il grado di concentrazione dell'avversario facendone diminuire il livello e l'intensità attraverso una serie di spostamenti e di finte che consentano di portare poi l'attacco prescelto nel momento in cui l'avversario è meno preparato a respingerlo. Quando si sale sul tatami per un combattimento, è saggio ricordare gli otto principi.